mercoledì 14 novembre 2007

Il blog visto come strumento di integrazione didattica a disposizione dell'allievo

Blog, questo sconosciuto.

Dal primo blog, prodotto il 23 dicembre 1997 da Jorn Barger (weblog), e pubblicato grazie a Dave Winer, che ha sviluppato il software, 18 luglio 1997 data di nascita simbolica del blog, il fenomeno del blog prende piede anche in Italia dal 2001 con la nascita dei primi servizi gratuiti dedicati alla gestione di blog. Il "diario in rete", o blog (da una definzione che è possibile trovare al link suddetto), permette a chiunque sia in possesso di una connessione internet di creare facilmente un sito web in cui pubblicare storie, informazioni e opinioni in completa autonomia; ogni articolo è generalmente legato ad un thread, in cui i lettori, in questo caso gli studenti, possono scrivere i loro commenti, in completa autonomia, e lasciare messaggi all'autore, in questo caso il docente.
I quattro argomenti trattati qui sinteticamente mettono bene in luce che il blog trova la giusta collocazione tra i nuovi media a disposizione della didattica; non a caso, si parla di integrazione didattica e non di sostituzione della lezione tradizionale .....

Il link Podcast per la didattica, ovvero raccolta di audio mp3 di lezioni scolastiche, è un altro esempio di utilizzo dei nuovi media per la didattica.

In sintesi.
Le sezioni di questo FourierBlog mettono in luce:
1) l'approdo al costruttivismo, il tipo di didattica operata dal docente;
2) le lezioni sull'analisi di Fourier, la molteplicità di mezzi a disposizione degli allievi per affrontare un argomento ostico del loro curricolo: la disposizione finale risente delle richieste fatte dagli allievi durante tutto il periodo, un po più di un mese, in merito ai contenuti delle lezioni tenute dal docente: il link Commenti di questa sezione rappresenta un riassunto di quelle domande esclusivamente legate ad aspetti riguardanti l'analisi di Fourier;
3) la valutazione autentica, il metodo valutativo, tema molto caro agli allievi, incentrato a valutare il percorso di apprendimento di ogni allievo e non le singole prestazioni.
4) più canali di comunicazione con gli allievi, è proprio qui che il blog va a colmare quelle lacune insite in un buon rapporto docente-allievo, che va a tutto a favore dell'allievo.....
5) il blog in classe: che cosa ne pensano gli allievi, allestimento di un blog molto rudimentale, all'interno di una rete intranet inesistente, per poter mettere a proprio agio gli studenti nel ricercare solo ciò di cui solo loro sanno essere necessario per completare l'apprendimento sull'analisi di Fourier; il link Commenti di questa sezione riporta alcuni passi significativi della comunicazione docente/allievo mediata dall'elaboratore elettronico: per qualche studente è molto importante non sentirsi sotto tiro del docente fino al momento in cui pensa di non essere preparato, per qualche altro è importante essere libero di decidere come e quando e con che cosa imparare; da non dimenticare che tutti, all'unisono, sono abili nel trovare degli espedienti per ritardare la quantità di nozioni da apprendere: dai commenti postati, la richiesta al docente di ripetere le modalità della valutazione di quanto hanno appreso viene tamponata con il podcasting delle note informative delle modalità di valutazione, podcasting inteso qui, un documento audio scaricabile e ascoltabile ogniqualvolta lo studente sentisse la necessità di rivedere come verrà valutato e, di conseguenza, prepararsi in funzione dei parametri definiti nella rubric.

martedì 30 ottobre 2007

Il blog in classe: che cosa ne pensano gli allievi

Il blog tra libri, strumentazione di laboratorio, compiti in classe, verifiche.


Gli studenti sono, quasi tutti, in possesso di una connessione internet; utilizzata soprattutto per chattare o per ricercare quelle notizie presenti sui giornali ove i video non possono trovare posto e le immagini non sono a colori.
Diversamente da quanto avveniva qualche decennio fa, quando i giornali cominciavano a trovare posto tra gli studenti avviati verso la maturità come status symbol di un individuo non più adolescente bensì in procinto di entrare nella società lavorativa, grazie a un percorso di istruzione scolastica che gli aveva trasmesso le conoscenze utili a sentirsi parte integrante del mondo degli adulti e capace, potenzialmente, di confrontarsi nel contesto in cui viveva, oggi anche la televisione ha perso il suo fascino tra i giovani, al pari delle produzioni cinematografiche culturali così come l'elaboratore elettronico come mezzo per gestire il sapere. Quest'ultimo pare, almeno per ciò che il qui scrivente ha avuto modo di osservare, avere scarsa considerazione tra gli studenti, se viene veicolato da libri di testo, interrogazioni e prove di laboratorio che vertono su esempi didattici senza una apparente implicazione di reale utilità extra-scolastica; inoltre, l'interazione docente-allievo non va oltre le due domande durante la spiegazione in classe di un argomento, interessante o meno che sia.
La novità di un secondo docente aveva stimolato gli allievi: quaderni sul banco per prendere appunti, ridottissimo numero di allievi che parlano durante la spiegazione, facce attente (del tipo, chissà dove vuole arrivare questo qua), un'attenzione che sfiora più di un'ora, le prime domande di chiarimento. La situazione creatasi non va oltre le prime tre lezioni: le nozioni sono tante e gli strumenti matematici a disposizione non sono in grado, a causa della interdisciplinarità mancata nello stilare, da parte del Ministero dell'Istruzione, i programmi delle materie di insegnamento per le scuole superiori tecniche e professionali.
L'utilizzo dell'elaboratore elettronico per sopperire ai formalismi matematici è una prima scappatoia: si attira l'attenzione per un paio di settimane. Poi, il confronto in laboratorio tra i risultati dello strumento software utilizzato e delle misure effettuate sul circuito reale è un'altra scappatoia, per altre due settimane, per vedere se riescono a fissare i concetti esposti nelle lezioni teoriche.
L'interazione non è come il docente vorrebbe, perché, in realtà, si viene chiamati solo in caso di reale necessità: il circuito non funziona, il simulatore software, per loro, sembra fornire risultati a caso e la conseguenza è che si sentono bloccati e non possono completare il report assegnato come prova di laboratorio valida come voto, positivo, da scrivere sul registro. La finalità per il docente non è quella di ottenere un voto sul registro, bensì quella di appurare l'acquisizione dei concetti stimolando l'allievo a darne una propria rielaborazione: se fosse negativa, allora, al brutto voto sul registro si sostituirebbe l'attuazione di corsi di recupero e sportelli e anche la messa a punto di un qualche progetto semplice per rinforzare quei pochi concetti sopravvissuti.
E' anche vero che la lezione, così come viene impostata nei libri di testo, peraltro ottima, risente di questa situazione di apprendimento diversificato tra gli allievi, e non potrebbe essere diversamente; il docente, quindi, non è più libero di trasmettere informazioni in completa autonomia, dovendo raccordarsi alla situazione che si viene a creare: ne risente anche la sua professionalità e, di conseguenza, la qualità dell'apprendimento dei suoi allievi.
L'esperimento creato, in accordo con il titolare dell'insegnamento della scuola superiore e l'aiuto del tecnico di laboratorio responsabile della rete di computer dell'aula adibita a laboratorio, vede, tra mille difficoltà, la nascita di una sorta di blog, che all'inizio contiene solo il materiale trasmesso effettivamente a lezione dal docente non titolare. Questi si limita a dare informazioni frammentarie e poco relazionate tra loro agli allievi sull'argomento oggetto della lezione: tanto, gli studenti sono tabula rasa su argomenti che ancora non conoscono; a questo punto, viene preparato un report di laboratorio di poco diverso da quello precedente: la novità è che non hanno i mezzi per completarlo dato che appositamente a lezione si è sorvolato su quegli argomenti a cui gli studenti hanno mostrato scarsa considerazione e attenzione.
Le reazioni non sono tardate a venire: gli studenti si accorgono che non hanno le informazioni necessarie a completare positivamente il report di laboratorio e rinfacciano alla loro maniera che non gli sono state date. La risposta che gli viene data è: "Rileggetevi le lezioni che trovate nella cartella condivisa dai vostri pc, chiedendo in modo anonimo ciò di cui avete bisogno e lasciando commenti vari su ciò che vi è stato spiegato".
La fortuna è che ciò viene richiesto dagli studenti bene o male non è molto variegato, per cui operativamente il lavoro del docente, in questo strano blog, non ha dovuto rispondere a tutti indistintamente, ma raggruppando le domande tra loro simili. Il risultato, (vedi Le lezioni sull'analisi di Fourier), è la ricomposizione di tutti gli argomenti propri della lezione, così come originariamente era stata pensata a tavolino dal docente , grazie alla elaborazione personalizzata degli studenti e non imposta/impostata dal docente stesso.

sabato 27 ottobre 2007

Più canali di comunicazione con gli allievi

Le lezioni tenute in classe non sono molto dissimili da quelle di venti o trent'anni fa: il docente parla dell'argomento e gli allievi vengono invitati a ripassare l'argomento ed eventualmente ad approfondirlo sul libro a casa. Si veda il capitolo 5, ''Valutazione dell'apprendimento'' alla sezione 5.1, pagina 81, dell'elaborato "Didattica costruttivista: un percorso didattico ad hoc", di G.Voglino, nell'insegnamento di Metodologie e Didattiche tenuto dal Prof. F.Dovigo.
Data per scontata la volontà dell'allievo a farsi da autodidatta leggendo il libro di testo a casa, la lezione come semplice ripetizione dei contenuto dello stesso libro di testo, anche se l'argomento è sconosciuto ai più, è di per sé superflua, laddove il libro rappresenta un manuale di pronto intervento a cui l'allievo potrà accedere perché implicitamente questi è supposto essere autosufficiente, mentre la lezione arricchita di elementi divagativi, che supporremo essere improntati per così dire ad applicazioni presenti nella futura realtà lavorativa/sociale dell'allievo, estranei al processo elaborativo compiuto da ogni studente nelle lezioni a casa sul libro di testo, è di per sé addirittura uno spreco di tempo, dal momento che qualsiasi comunicazione trasferita agli allievi è rielaborata personalmente e individualmente tanto che ognuno, in seguito, ne avrà una propria versione interpretativa, da trasferire indietro al docente.
Il riversamento, quindi, dei contenuti della lezione necessiterà di una fase di acquisizione, che non è coincidente con la lezione tenuta in classe, e di una seconda fase elaborativa, o sul libro di testo a casa o in laboratorio ove il docente assume il ruolo di guida per le scoperte che l'allievo dovrà fare da solo, facendosi aiutare dagli altri, confrontando i propri risultati con gli altri e, magari, correggendosi. La valutazione non può costituire il momento dell'accertamento se queste due fasi non sono ancora avvenute nell'allievo, pena l'attribuzione di un voto totalmente negativo che, sotto queste condizioni, non rispecchia la realtà oggettiva delle conoscenze e delle abilità possedute dell'allievo all'interno del mondo scolastico.
Un ambiente multimediale (l'elaboratore elettronico, attenzione, non è l'incipit di un ambiente multimediale, può essere uno di una pluralità di strumenti e può non farte parte), per propria costituzione, i) ha una serie di strumenti, anche simbolici, disponibili, ii) è sede di flessibilità per permettere agevolmente ii-a) l'integrazione tra i vari mezzi utilizzati e l'adattabilità in funzione di inclinazioni e ii-b)motivazioni personali.
L'utilità di un BLOG nel processo di apprendimento
Durante e alla fine della lezione tenuta in classe viene sempre chiesto agli allievi se i contenuti sono stati trasmessi con chiarezza, di fare domande se qualcosa non fosse stato chiaro, se sono stati così attenti da prendere tutti gli appunti necessari alla comprensione dei contenuti appena esposti; la risposta è prevalentemente un ''sì'' ... fino al crash del primo compito in classe.
L'impiego dell'elaboratore elettronico in un sistema multimediale trova la sua giustificazione se si intende utilizzare il blog come rinforzo dell'apprendimento; l'elaboratore elettronico è il mezzo per leggere un blog e, di conseguenza, interagire con esso.
Come sfrutta il docente la potenzialità di un blog?
Assodato che 1) gli allievi rispondono solo se hanno già in sé i contenuti relativi alla lezione in classe e hanno già avuto modo di cimentarsi o in laboratorio o, peggio, in un compito in classe (magari, appresi in altri insegnamenti correlati), e che 2) non vi saranno, se non in condizioni particolarmente vantaggiose, momenti di recupero della lezione in oggetto, l'intento è quello di mettere a disposizione degli allievi uno strumento che li spinga ad interagire.
L'elaboratore elettronico è il mezzo più idoneo perché è l'amico più fidato dell'adolescente; utilizza internet, che è l'ambiente ritenuto più gettonato quando occorre reperire informazioni tra le più disparate; permette di restare anonimi, caratteristica che probabilmente potrebbe essere sfruttata a vantaggio dell'instaurarsi del processo comunicativo, al di fuori delle mura scolastiche ove il docente non è più presente; ''rende possibile l'attivazione dei processi mentali di una persona, fatte salve le motivazioni e le intenzioni di chi apprende'' (A.Calvani).
Quello che si è abbozzato in questo blog vuol essere una sintesi di tutto questo processo: l'instaurarsi di un nuovo mezzo di comunicazione interattiva tra docente e allievo volto a rafforzare quanto appreso a lezione, come sussidio al libro di testo, soprattutto quando questo viene utilizzato dal docente a mò di manuale; un nuovo canale comunicativo non utilizzato a scopi scolastici dall'allievo ma solo nel sociale, al pari di chat e forum.
L'insegnamento ''Multimedialità'' ha messo in luce questo aspetto di utilizzo del blog.
Fourier blog
Gli allievi delle superiori ad indirizzo elettronica e telecomunicazioni iniziano l'anno scolastico affrontando l'argomento della rappresentazione di una generica funzione, avente determinate proprietà, espressa nel dominio del tempo mediante serie e trasformata di Fourier: la complicazione è che questo argomento, a torto considerato ostico, è il primo dopo le lunghe vacanze appena trascorse.
Il blog permette di superare gli ambienti trogloditi delle scuole, ove al massimo esiste la cosiddetta ''aula multimediale'' (un proiettore di lucidi, un personal computer dotato di lettore dvd per la proiezione di documentari su uno schermo ma non su ognuno dei monitor dei personal computer per banco di questa aula ''attrezzata tecnologicamente'', un lettore VHS) ma è negata al docente la possibilità di utilizzare presentazioni multimediali in classe, anche se questi si equipaggiasse di un proprio notebook (figuriamoci se la scuola pensasse a dotare i docenti di un notebook a fini didattici!).
L'idea di poter coinvolgere attivamente gli allievi non risiede nel presentare nuovamente la stessa tiritera della lezione tenuta in classe: gli allievi l'hanno già vista e probabilmente già accantonata, sperando che non sia oggetto di compiti futuri. Bensì, consiste A) nel ripresentare in una nuova veste gli stessi contenuti, allargati anche ad altre modalità di esposizione operate da altri docenti (vedi i link che puntano all'esterno di questa pagina), B) nell'offrire nuove applicazioni della teoria oggetto della lezione in classe, puntando a formulare diversamente le nozioni acquisite in altri ambiti disciplinari, riviste sotto la teoria della serie e della trasformata di Fourier.
Soprattutto, il blog permette agli studenti di interagire postando commenti: il rivedere sotto altra veste la lezione, gli esempi, le applicazioni deve incuriosire l'allievo a tal punto da spingerlo ad inviare, senza remora alcuna, al docente domande di chiarimento, risposte a quesiti/esercizi presenti nel blog. Un esempio di comunicazione pseudo-interattiva la si può derivare dal blog ''SPICE practice & electrical circuits theory bouncing''. L'argomento che viene esposto nel blog è caratterizzato da alcune parole chiave, o keywords, o categorie a cui l'argomento si richiama; ebbene, in questo, tra le tante, vi è la parola chiave Elettrotecnica, ovvero visualizza tutti gli articoli di Elettrotecnica: un click su questa categoria porta l'utente in una pagina web che raccoglie tutti gli articoli pertinenti alla categoria Elettrotecnica; tra questi, ci si imbatte in Elettrotecnica: in questa pagina, è evidente una sorta di comunicazione tra due persone sulla tematica dell'utilità dell'insegnamento di elettrotecnica per i laureati in informatica: lo stesso tipo di comunicazione alternativa che ci si augura intervenga anche tra docente e allievo, per superare le intrinseche paure a fare domande in classe, ove ''Non ho capito'' non può essere ripetuto più di una volta....

venerdì 12 ottobre 2007

Valutazione autentica

La valutazione dell'apprendimento delle lezioni sull'analisi di Fourier ...

La valutazione si sviluppa in tre passi:
1) Fourier Lab Report, suddiviso in tre momenti: a) SPICE Simulation Utilization Report, b) Hardware Experience Report e c) Eventuale integrazione/approfondimento alla lavagna;
2) Discussione alla lavagna;
3) Compito scritto semi-tradizionale.

Per il Fourier Lab Report e la Discussione alla lavagna il docente tirocinante ha individuato quali indicatori devono essere utilizzati, indicatori che necessariamente non saranno i medesimi in entrambe le prove. Gli indicatori non rimarranno nascosti agli allievi che, in questo modo, potranno conoscere come verranno valutati, ricevendo una ''rubric'' per ognuno dei due momenti di valutazione delle loro prestazioni.
Occorre far notare che il tempo a disposizione del professore tirocinante non è sufficiente a conoscere la classe per poter interagire a tal punto da interloquire con gli allievi per la messa in opera della rubric più attinente al successo degli stessi nelle prestazioni richieste. E' stato fatto un tentativo, peraltro con successo, per abbreviare il tempo normalmente richiesto per conoscere la classe: "Conoscere la classe e lo studente" di A.B.Vincenzi, edito da Erickson, 2005, attraverso l'utilizzo di un questionario pedagogico (presente a pagina 18 del documento pdf di questo link), per mettere in luce l'atteggiamento degli allievi verso l'impegno scolastico e lo studio, che se scarso incide profondamente in vari livelli sugli insegnanti. In collaborazione diretta con l'autore, ho ricavato alcuni elementi rappresentativi della classe in riferimento al loro impegno nello studio scolastico. Accertato lo scarso impegno allo studio da parte della classe tramite la compilazione del questionario 'impegno', i cui risultati hanno accertato addirittura la non utilizzabilità degli stessi, la programmazione didattica del docente tirocinante, in previsione per l'inizio di questo anno scolastico 2007/2008, doveva contenere, o, almeno, farsi carico di progettare strategie di intervento, considerando la difficoltà (presunta, apparente) di apprendimento, mostrata dagli allievi attraverso il questionario, come un campanello di allarme: attenzione, gli allievi per le difficoltà di apprendimento mostrate a causa del probabile scarso impegno allo studio vanno seguiti come ragazzi con bisogni educativi speciali, "Fare differenze. Indicatori per l’inclusione scolastica degli alunni con bisogni educativi speciali", F.Dovigo, edito da Erickson, 2007; l'indicatore è capire se gli allievi ricercano significato in ciò che fanno nella realtà che li circonda, piuttosto che conformarsi alla realtà in cui operano, facendo loro capire che non necessariamente devono acquisire quelle conoscenze che risultino aderenti alla realtà esterna per poter essere considerate utili e praticabili, come dimostra la solita frase che scatta ad ogni risultato negativo dei compiti: "Proffeeee.... ma che cosa ci spiega se la realtà che conosciamo attraverso i summer jobs non se ne fa niente di questa roba?".

Prima prova. I tratti distintivi per il Fourier Lab Report sono: 1) Disegni/Grafici, 2) Concetti tecnico/scientifici, 3) Dati, 4) Elementi costituenti il report. Per i primi, i livelli da Disastro a Ottimo/Distinto prevedono: i) disegni e grafici approssimativi e pieni di correzioni, a poco accurati e presenti solo perché richiesti nel report, a grafici ben etichettati e chiari, a chari-accurati-unità di misura corrette-chiarificatori dell'esperimento; per i secondi, i livelli vanno da parti assenti per non aver capito i concetti, a limitata comprensione con replica della lezione operata dal docente in classe, a comprensione buona per gli aspetti presenti nel report, a approfondimenti in tutti gli aspetti del report con rielaborazioni personali accurate; per i terzi, da copia & incolla di dati direttamente nel report senza citare la fonte, ad assenza di spiegazione di dati scritti nel report, alla utilizzazione corretta ed esauriente di tutti i dati della simulazione s/w comprensiva anche di una rielaborazione personale; infine, per il quarto tratto, i livelli spaziano da assenza di elementi richiesti e non correttamente esposti, ad assenza di alcune parti che rivela che la finalità del report non è stata compresa, a presenza di tutti gli elementi richiesti senza l'identificazione degli obiettivi dell'esperimento, a presenza di tutti gli elementi con commenti propri ben esposti che chiarisono la comprensione dell'esperimento. Anche il numero di domande al docente durante la prova di laboratorio costituisce un indicatore, nel senso che comunque si darà modo ad ogni gruppo di chiedere spiegazioni al docente per la compilazione del report (il Lab Report ha anche la finalità di continuare a spiegare agli allievi gli argomenti precedentemente esposti) e di terminare la prova, ma, nel contempo, di privilegiare con un bonus coloro che, avendo acquisito in maniera sufficiente o ottimale gli argomenti su Fourier, non hanno fatto uso di eventuali domande al docente durante la prova di laboratorio. Non si è fatto uso dell'indicatore cooperative learning anche se le esperienze di laboratorio sono normalmente affrontate a gruppi di tre persone per ogni banco: il gruppo ha sempre mostrato in qualsiasi occasione di scambiarsi opinioni, di proporre la propria visione agli altri compagni, di suddividersi i compiti (chi compila il report, chi lancia le simulazioni software, chi consulta gli appunti, ...); questo indicatore non differenzia sostanzialmente le prestazioni dei ragazzi.
Seconda prova. Il rifiuto da parte degli allievi a discutere alla lavagna di quanto possano aver acquisito dalle lezioni sia concettuali sia sperimentative comporta, per quanto il docente tirocinante ha potuto osservare, per gli allievi un momento valutativo pressoché falsato e controproducente ai fini del loro successo scolastico. Si tenterà, in questa fase, di trascinare gli studenti a conversare su ciò che avranno scritto nel Fourier Lab Report, soprattutto per coloro che si troveranno nelle condizioni di non aver compreso appieno le finalità della prova di laboratorio, lasciando alcune parti del report senza risposta o, peggio, grafici corrispondenti a soluzioni numerico/analitiche errati e approssimativi; spazio verrà dato anche a coloro che, al contrario, non hanno avuto modo di completare il Lab Report, anche con qualche considerazione personale aggiuntiva, visto che il tempo impiegato per raggiungere concretamente la finalità della prova di laboratorio non è stato sufficiente. Nella realtà, i momenti valutativi 1c) e 2) coincideranno.
I tratti distintivi, vedi l'elaborato "didattica costrutivista" per l'insegnamento di tecnologie didattiche tenuto dal Prof. F.Dovigo, sono: 1) Esposizione, dal livello Disastro ove i contenuti non vengono esposti chiaramente, il linguaggio è approssimativo, l'allievo è sempre girato verso i compagni e accompagna la sua presentazione alla lavagna con lunghi silenzi, al livello Sufficiente ove i contenuti sono esposti abbastanza chiaramente con linguaggio non sempre appropriato senza gestualita' e utilizzando on tono di voce sommesso, cercando di carpire aiuti, al livello Buono ove ai contenuti esposti chiaramente con linguaggio standard con poca gestualita' e saltuariamente con tono di voce non piatto, senza carpire aiuto dai compagni e risponde alle domande extra cercando tra le conoscenze possedute, al livello Ottimo/Distinto quando si presenta propositivo alle domande extra esponendo i contenuti chiaramente con gestualità e tono di voce appropriati, non cerca aiuto dai compagni che a loro volta ne risultano beneficiati dalla spiegazione del loro compagno sugli argomenti che hanno appreso alquanto blando; 2) Contenuti, dal livello 0 perché non riesce ad elaborare e si dimostra passivo non ricordando se non è sollecitato, al livello 1 quando ripete senza una elaborazione personale e mostra difficoltà a rispondere alle domande, al livello 2 ove esiste un germoglio di elaborazione personale dei contenuti esposti e dimostra di essere abbastanza sicuro nelle risposte aggiungendo qua e là qualche esempio aggiuntivo non richiesto, al livello 3 ove la sicurezza nelle risposte è accompagnata dalla rielaborazione personale delle proprie conoscenze aggiungendo link ad altri argomenti; 3) Organizzazione, ove si parte dal livello più basso con senso logico assente e contenuti scollegati, e si passa al livello più alto, ove l'allievo ha un senso logico nel presentare gli argomenti con tempi espositivi eccellenti, tramite due livelli intermedi, uno minore ove l'allievo deve essere aiutato nel collegare logicamente i contenuti e uno maggiore ove il senso logico ricalca quello acquisito a lezione; 4) Creatività, dal livello Disastro se grafica e testo sono minimali e non si danno soluzioni a domanda che vanno oltre gli esempi fatti a lezione, al livello Sufficiente con grafica e testo ad immagine e somiglianza dellle lezioni presentando qualche difficoltà a domande extra, al livello Buono quando si trattano gli argomenti in modo originale, con buona grafica e testo offrrendo soluzioni a domande extra, fino al livello Ottimo/Distinto con personalizzazione ottima di grafica e testo, originalità nel trattare gli argomenti offrendo soluzioni a domande extra con esempi aggiuntivi e link ad altri argomenti.

La Terza prova rappresenta un compito scritto semi-tradizionale, nel senso che non verrà limitato alla soluzione di esercizi riguardanti la materia in oggetto, bensì comprensivo di domande aperte, domande da questionario a scelta multipla, domande da questionario a risposta multipla, esercizi numerici tale da poter essere affrontati con successo anche senza l'ausilio di una calcolatrice.

martedì 9 ottobre 2007

Le lezioni sull'analisi di Fourier

La filosofia portante delle lezioni è ancora saldamente incentrata sul metodo classico di riversamento di conoscenze agli allievi.....d'altronde, dato per scontato che fino all'ultimo anno gli allievi (non ripetenti) non hanno avuto modo di imbattersi su questo argomento, la loro memoria è priva di tali conoscenze: per poter, quindi, fare in modo che gli allievi possano costruire/modificare/applicare ciò che posseggono, la prima fase è proprio quella di dare le conoscenze base e gli strumenti applicativi e gli esempi reali tipici dell'argomento in questione.

La scelta metodologica principe, almeno nella primissima fase e limitatamente a questa, è il riversamento delle conoscenze, assistita dalle dispense preparate dal docente tirocinante.
Bisogna comunque ribadire che, data la complessità dell'argomento da affrontare e la notevole importanza nelle telecomunicazioni, primissima non significa breve e che la rivisitazione degli argomenti esposti, ora bagaglio di ciascun allievo, da parte degli allievi stessi, ai quali sarà richiesto di conferire in tre momenti differenti di espressione, laboratorio - lavagna - compito scritto, potrà avvenire solo dopo questa fase iniziale. Altresì, la molteplicità di tipologie, messe in atto per valutare le prestazioni degli allievi, hanno anche un secondo fine: capire quale tipo di canale fa sentire a proprio agio l'allievo quando gli è richiesto di conferire, discutere, esaminare e applicare concretamente i contenuti dell'argomento oggetto della valutazione.




Ricostruzione di una onda quadra con frequenza di 60Hz (video)

(Click per far partire il video)




Cenni biografici su J.B.Fourier


Jean Baptiste Joseph Fourier, matematico francese, nato nel 1768 ad Auxerre, e morto a Parigi nel 1830.
Professore di analisi algebrica e calcolo infinitesimale all'ècole Polytéchnique, partecipò alla spedizione in Egitto al seguito di Napoleone.
Alla caduta dell'impero fu ammesso all'Accademia delle Scienze di Parigi di cui divenne, nel 1822, segretario per le scienze matematiche.
Scrisse la teoria analitica del calore, opera concernente lo studio della trasmissione del calore e la soluzione dei problemi matematici relativi.
Per superare le critiche dei suoi contraddittori circa il rigore di certi procedimenti usati, dovette intraprendere ricerche parallele di analisi infinitesimale algebrica, elaborando nuovi strumenti matematici quali il metodo di rappresentazione delle funzioni periodiche tramite serie trigonometriche (serie di Fourier).

L'approdo al costruttivismo

L'apprendimento
Incentrata l'attenzione sulla tematica dell'apprendimento, anziché attendere che venga a modificarsi la probabilità che si verifichi un comportamento (comportamentismo), o che, addirittura si abbia una modifica della conoscenza che man mano si è accumulata in memoria (cognitivismo), l'obiettivo consiste in un check-up sulla modifica del significato costruito dall'esperienza di ogni singolo individuo.
Gli obiettivi dell'apprendimento non si costruiscono al di fuori della realtà in cui si muove l'allievo, contenitore vuoto in attesa di essere riempito con la conoscenza da acquisire e ritenere così come viene a lui riversata (cioè strutturata secondo i principi del docente formatore, che quindi replica tante copie di sé sugli allievi durante il corso dei loro studi, almeno su coloro che avranno conseguito un voto scolastico sufficiente); bensì stimolando l'interazione tra lo studente, come singolo e non come totalità di studenti, e la realtà esterna di modo che il suo successo, la competenza quindi, non sia dovuto a quanta rispondenza ci possa essere tra la conoscenza che ha acquisito e la realtà in cui opera, ma a quanto significato ricerca in ciò che fa nella realtà che lo circonda.
Insomma, ben diverso da un elaboratore elettronico per il quale la sequenza di eventi più congeniale per apprendere (!?) sia stimolo->comportamento->conseguenza oppure, al limite (si vedano gli esperimenti di qualche decennio addietro con l'intelligenza artificiale) codifica degli input a cui segue il recupero delle informazioni dalla memoria: ne consegue che l'unico modo per ottenere delle risposte è aumentare la capacità della memoria, bagaglio di conoscenze e metodi per usarle. Mentre per un elaboratore elettronico i dati o conoscenze sono immagazzinati ad perpetuum e organizzati in modo tale che attraverso una codifica adeguata possono sempre essere recuperati all'occorrenza, nel caso degli esseri umani le conoscenze possono venir meno: ecco che, anziché prevedere stimoli adeguati e ripetitivi per il recupero delle informazioni dalla memoria con meccanismi di rinforzo universali e reputati efficienti per ogni allievo, l'apprendimento prende significato, fatto salva la dovuta presenza della conoscenza intrinseca di concetti, via via sempre più a immagazzinarsi nella memoria perché risultato di interazioni con il contesto culturale in cui si è immersi, grazie all'attività pratica che il soggetto esplica dialogando con gli altri, scambiandosi esperienze personali e partecipando collaborativamente alla soluzione di problemi.
Progettazione didattica
Questa osservazione, anche se di sintesi estrema, non può che riflettersi sulla progettazione didattica.
Scartata a priori, quindi, il modello con cui si è soliti interagire con un elaboratore elettronico (prendendolo come riferimento del modo di apprendere, emulandolo solo senza utilizzarlo come strumento attivo per fissare i concetti appresi), cioé costruendo dei modelli universali per osservare e misurare le risposte degli allievi a determinati stimoli precostituiti uguali per tutti, tramite a) tecniche di valutazione fondate su criteri, b) analisi dei compiti, c) pre-valutazioni atte a stabilire l'inizio dell'apprendimento, d) la necessità di far padroneggiare gli allievi con conoscenze prima elementari o di base per passare gradatamente, non appena le verifiche sul campo avranno consentito di stabilire che quelle conoscenze elementari siano state acquisite, a conoscenze più complesse, e) dei modelli stimolo-risposta di tipo associativo, deleterie per gli allievi che non sapranno come regolarsi in presenza di uno stimolo non previsto a catalogo, f) processi di ottimizzazione nello strutturare/organizzare le informazioni ricevute come strategie di sintesi o utilizzazione di esempi rilevanti per farne analogie o connessioni con dati già immagazzinati precedentemente (o supposti tali), la progettazione didattica, o attenzione del docente alla organizzazione dei dati nella memoria del singolo allievo, non dovrà intervenire sull'allievo a mò di percorso stabilito, bensì darà modo a questi di poter manipolare le conoscenze ricevute tramite i) la rivisitazione delle conoscenze in tempi e contesti diversi con obiettivi differenti secondo prospettive nuove, ii) la loro personale presentazione dei contenuti, utilizzando commenti e rielaborazioni propri, iii) l'identificazione del contesto significativo per l'acquisizione della conoscenza e della sua conseguente applicazione, iv) la valutazione del grado di successo nell'affrontare problemi e situazioni non legati alla prima interazione.
E' necessario che il docente non fissi le condizioni esterne in cui gli allievi sono obbligati a muoversi e quelle condizioni, decise universalmente, per sostenere i processi di memorizzazione, senza le quali, si ribadisce ancora una volta, il soggetto diventa incapace a recuperare le informazioni di cui ha bisogno, bensì si ponga come guida del processo di costruzione della conoscenza, facilitando la nascita di gruppi di apprendimento e l'interazione allievo-fattori ambientali.

Link.