martedì 30 ottobre 2007

Il blog in classe: che cosa ne pensano gli allievi

Il blog tra libri, strumentazione di laboratorio, compiti in classe, verifiche.


Gli studenti sono, quasi tutti, in possesso di una connessione internet; utilizzata soprattutto per chattare o per ricercare quelle notizie presenti sui giornali ove i video non possono trovare posto e le immagini non sono a colori.
Diversamente da quanto avveniva qualche decennio fa, quando i giornali cominciavano a trovare posto tra gli studenti avviati verso la maturità come status symbol di un individuo non più adolescente bensì in procinto di entrare nella società lavorativa, grazie a un percorso di istruzione scolastica che gli aveva trasmesso le conoscenze utili a sentirsi parte integrante del mondo degli adulti e capace, potenzialmente, di confrontarsi nel contesto in cui viveva, oggi anche la televisione ha perso il suo fascino tra i giovani, al pari delle produzioni cinematografiche culturali così come l'elaboratore elettronico come mezzo per gestire il sapere. Quest'ultimo pare, almeno per ciò che il qui scrivente ha avuto modo di osservare, avere scarsa considerazione tra gli studenti, se viene veicolato da libri di testo, interrogazioni e prove di laboratorio che vertono su esempi didattici senza una apparente implicazione di reale utilità extra-scolastica; inoltre, l'interazione docente-allievo non va oltre le due domande durante la spiegazione in classe di un argomento, interessante o meno che sia.
La novità di un secondo docente aveva stimolato gli allievi: quaderni sul banco per prendere appunti, ridottissimo numero di allievi che parlano durante la spiegazione, facce attente (del tipo, chissà dove vuole arrivare questo qua), un'attenzione che sfiora più di un'ora, le prime domande di chiarimento. La situazione creatasi non va oltre le prime tre lezioni: le nozioni sono tante e gli strumenti matematici a disposizione non sono in grado, a causa della interdisciplinarità mancata nello stilare, da parte del Ministero dell'Istruzione, i programmi delle materie di insegnamento per le scuole superiori tecniche e professionali.
L'utilizzo dell'elaboratore elettronico per sopperire ai formalismi matematici è una prima scappatoia: si attira l'attenzione per un paio di settimane. Poi, il confronto in laboratorio tra i risultati dello strumento software utilizzato e delle misure effettuate sul circuito reale è un'altra scappatoia, per altre due settimane, per vedere se riescono a fissare i concetti esposti nelle lezioni teoriche.
L'interazione non è come il docente vorrebbe, perché, in realtà, si viene chiamati solo in caso di reale necessità: il circuito non funziona, il simulatore software, per loro, sembra fornire risultati a caso e la conseguenza è che si sentono bloccati e non possono completare il report assegnato come prova di laboratorio valida come voto, positivo, da scrivere sul registro. La finalità per il docente non è quella di ottenere un voto sul registro, bensì quella di appurare l'acquisizione dei concetti stimolando l'allievo a darne una propria rielaborazione: se fosse negativa, allora, al brutto voto sul registro si sostituirebbe l'attuazione di corsi di recupero e sportelli e anche la messa a punto di un qualche progetto semplice per rinforzare quei pochi concetti sopravvissuti.
E' anche vero che la lezione, così come viene impostata nei libri di testo, peraltro ottima, risente di questa situazione di apprendimento diversificato tra gli allievi, e non potrebbe essere diversamente; il docente, quindi, non è più libero di trasmettere informazioni in completa autonomia, dovendo raccordarsi alla situazione che si viene a creare: ne risente anche la sua professionalità e, di conseguenza, la qualità dell'apprendimento dei suoi allievi.
L'esperimento creato, in accordo con il titolare dell'insegnamento della scuola superiore e l'aiuto del tecnico di laboratorio responsabile della rete di computer dell'aula adibita a laboratorio, vede, tra mille difficoltà, la nascita di una sorta di blog, che all'inizio contiene solo il materiale trasmesso effettivamente a lezione dal docente non titolare. Questi si limita a dare informazioni frammentarie e poco relazionate tra loro agli allievi sull'argomento oggetto della lezione: tanto, gli studenti sono tabula rasa su argomenti che ancora non conoscono; a questo punto, viene preparato un report di laboratorio di poco diverso da quello precedente: la novità è che non hanno i mezzi per completarlo dato che appositamente a lezione si è sorvolato su quegli argomenti a cui gli studenti hanno mostrato scarsa considerazione e attenzione.
Le reazioni non sono tardate a venire: gli studenti si accorgono che non hanno le informazioni necessarie a completare positivamente il report di laboratorio e rinfacciano alla loro maniera che non gli sono state date. La risposta che gli viene data è: "Rileggetevi le lezioni che trovate nella cartella condivisa dai vostri pc, chiedendo in modo anonimo ciò di cui avete bisogno e lasciando commenti vari su ciò che vi è stato spiegato".
La fortuna è che ciò viene richiesto dagli studenti bene o male non è molto variegato, per cui operativamente il lavoro del docente, in questo strano blog, non ha dovuto rispondere a tutti indistintamente, ma raggruppando le domande tra loro simili. Il risultato, (vedi Le lezioni sull'analisi di Fourier), è la ricomposizione di tutti gli argomenti propri della lezione, così come originariamente era stata pensata a tavolino dal docente , grazie alla elaborazione personalizzata degli studenti e non imposta/impostata dal docente stesso.

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